sabato 15 maggio 2010

Consorzio di tutela(?) vini Cirò e Melissa

Il vero problema che si viene a creare con la proposta di modifica del disciplinare del Cirò Doc, è che il Consorzio agisce "erga omnes" come si usa dire in termini giuridici, ovvero sia nei confronti di tutti soci che hanno aderito,sia nei confronti di coloro che invece non lo hanno fatto, e che dovranno dunque adattarsi al nuovo disciplinare.
Oltre a ciò si verrebbe a creare una situazione particolare in Calabria, la sua Doc principale verrebbe praticamente equiparata ad una igt geograficamente e idealmente contigua alla zona di Cirò e Melissa,l'Igt della Val di Neto, nella quale sono invece ammessi i vitigni internazionali.
A produrre Igt Val di Neto, inoltre, ci pensano già numerose cantine originarie di Cirò. Il Gravello di Librandi, i Mori di Ippolito, presentano, ad esempio, il medesimo uvaggio di gaglioppo e Cabernet in percentuali variabili a seconda della specifica cantina, dunque non possiamo parlare neanche di effetto novità.
Qui il Gaglioppo divide già la scena con altri vitigni, e da protagonista diventa un attore di primo livello, certo è anche grazie ai vitigni internazionali che la Val di Neto ha acquisito prestigio qualitativo e commerciale, ma mi sembra necessario, anche se può sembrare scontato, fare una divisione netta tra la zona di Cirò e la zona della Val di Neto.
Con l'inserimento nel disciplinare di percentuali fino al 20% di Cabernet e di Merlot si rischia di degradare il Gaglioppo, vitigno autoctono calabrese di grande storia e prestigio, da grande attore protagonista ad una semplice comparsa. Dal vino di un rosso brillante e chiaro, con profumi intensi ma dolci e delicati, come è da millenni il Cirò, con l'aggiunta anche in una percentuale non esagerata qual è il 20% dei vitigni internazionali, si trasformerà un nettare di colore chiaro in un prodotto dal colore intenso, e con morbidezze poco consone a tutto ciò che il Cirò ci ha abituati nella sua storia millenaria.
Non credo sia una saggia idea mutare il disciplinare o meglio non è saggio modificarlo in questa direzione, credo che la direzione giusta, qualora sia indispensabile intervenire, sia quella di inserire nel disciplinare del Cirò Doc i vitigni autoctoni che si stanno riscoprendo in Calabria e soprattutto nel cirotano, preservando non solo l'autoctonia del Gaglioppo ma cercando anche di promuovere questi vitigni, tra i quali ricordiamo il Magliocco che da poco tempo sta prendendo piede, il Greco nero, il Nerello Calabrese e tanti altri che piano a piano stanno emergendo.
Credo di essere stato chiaro sulla mia posizione, ma non accontentandomi facilmente voglio lanciare una provocazione: perchè non organizzare a Cirò un evento con le cantine contrarie alla modifica del disciplinare con la partecipazione di tutti e con tutti intendo, Identità vino Cirò, Bere è sapere, poi l'invito è aperto a tutti coloro che sono interessati a perseguire questa battaglia.

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