In settimana abbiamo parlato, della nascita dell'Enoteca regionale in Calabria, o meglio de "La Casa dei vini di Calabria", un ente che vuole promuovere la produzione enologica e vitivinicola della Regione. Lodevole iniziativa da parte della Giunta Regionale, ma come già accennato vi sono degli interrogativi e delle scelte poco chiare.
Partendo dal presupposto che un ente bicefalo non serve realmente al progresso di una Regione di grandi potenzialità ma che vive da tempo all'ombra di nomi più blasonati, che non sempre sono specchio di qualità.
L'opzione binaria sembra nascere per contentare le parti(ovviamente il contentino lo hanno dato a Cirò).
Il 93% della produzione enologica calabrese deriva dal comprensorio di Cirò e Melissa,zona che è sempre è stata il motore produttivo(e spesse volte qualitativo,ovviamente senza nulla togliere agli altri produttori della regione) dell'intero territorio Calabro.
Il vero problema che si verrà a creare riguarda la disposizione delle sedi, la sede principale sarà ubicata a Cirò(sul sito della Giunta Regionale parla di Cirò Marina, ma potrebbe essere anche Cirò), il polo tecnologico nascerà presso Lamezia Terme, altro polo enologico, ma per numeri di gran lunga inferiore al comprensorio di Punta Alice.
Non ha assolutamente senso avere una sede fittizia dell'Ente in un luogo(quello meritevole,) e il polo per l'innovazione tecnologica a circa 150km di distanza, in un luogo votato si all'eccellenza agricola, ma in piccola parte alla specialità enoica.
Certo a Cirò ci sarà la parte principale(sulla carta):l'amministrazione dell'Ente e gli uffici riguardanti marketing e promozione.
Sinceramente, la questione è poco chiara spero che si risolva nel migliore dei modi: sede a Cirò e polo tecnologico a Cirò.
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