VinNatur è
un’associazione di viticoltori naturali, che da quattro anni ha deciso di
analizzare approfonditamente i prodotti di ogni associato.
VinNatur
riunisce 150 vitivinicoltori provenienti da tutta Europa e con un’unica
filosofia basata sulla natura, e quindi produrre vini senza utilizzare alcun
tipo di pesticida.
Quest’anno
il VinNatur è stato organizzato nei saloni di Villa Favorita, a Monticello di
Fara, Vicenza, un’antica villa del 1700.
Sabato 5,
domenica 6 e lunedì 7 aprile sono stati tre giorni completamente dedicati al
vino naturale.
L’apertura dei cancelli è avvenuto alle ore 10:00 e noi, abbiamo
iniziato il giro partendo dalla degustazione dei bianchi, passando poi alle
bollicine e finendo con i rossi.
Il primo produttore passato in rassegna è “Marco Sara” (Friuli), dove abbiamo degustato la
Ribolla e altri due vini del 2012, Erba Alta, che ho trovato particolarmente fresco e acido e
Friulan. Siamo poi passati dalla cantina “Foradori” (Trentino), dove abbiamo
sorseggiato un Fontanasanta Nosiola e un Fontanasanta Manzoni Bianco. Passando
poi dalla cantina “Lamoresca” di Rizzo Filippo (Sicilia), dove abbiamo
assaggiato un Archè, vino dell’Etna del 2013 che era stato imbottigliato da due
o tre settimane e che al naso era leggermente solfureo, ma comunque un buon
vino. Ci siamo poi fermati alla cantina “Marco De Bartoli e C srl” (Sicilia),
dove abbiamo degustato un Vigna Verde del 2013, un Catarratto sempre del 2013 proveniente da un vitigno
autoctono marsalese, un vitigno integro e aromatico, un Sole Evento, anche lui del 2013, coltivato a Pantelleria
nel quale si fa sentire lo Zibibbo e proprio per questo un po’ più persistente
al palato ed infine un Pantelleria. Facciamo una visita ad alcuni produttori austriaci tra cui fermati anche alla
cantina “Biologisch-Dynamisches Weingut Tauss” dove abbiamo assaggiato tre
Sauvignon blanc di diverse annate, quali 2007, 2008 e 2010, tutti e tre abbastanza complessi al naso. E all’ultima cantina austriaca “Andreas und
Elisabeth Tscheppe” dove abbiamo degustato un Butterfly-Yellow Muskateller del
2012, un Salamander-Chardonnay del 2012 tipico vino di montagna, naso fresco ed elegante e buona acidità, un Blue dragonfly-Sauvignon blanc del 2012, un Green
dragonfly-Sauvignon blanc del 2012 e uno Stag beetle-Chardonnay Sauvignon blanc
del 2011. Personalmente ho trovato i vini di questa cantina davvero buoni e mi
sono documentata sulla lavorazione dello Stag beetle che è un insieme tra
Chardonnay e Sauvignon blanc, tenuto un anno nell’acciaio e in seguito
seppellito per sei mesi in un terreno calcareo, dopo questi sei mesi fermenta
sui lieviti per cinque settimane e dopo due anni di lavorazione viene
imbottigliato. Lasciando le cantine austriache siamo passati dalla cantina “La
Biancara Soc. Agr.” (Veneto) con un Masieri molto fruttato
e aromatico e un Sassaia del 2013. Ci siamo soffermati poi in una cantina
francese, della Loire precisamente, dove abbiamo assaggiato un Terrè in
rifermentazione naturale e un Bablì rosè. In seguito ci siamo fermati in una
cantina della Slovenia “Nando Azienda” (Brda) dove abbiamo degustato una Rebula
del 2012, una Rebula del 2009, un Sauvignon del 2012 prodotto con un paio
d’ore di macerazione, uno Jakot del 2010 che è stato una
settimana a macerare nel legno, e un Evgen Belo che è un uvaggio tra Rebula,
Jakot e Chardonnay. Tornando poi alle cantine italiane siamo passati alla
cantina “Terpin Franco” (Friuli) dove abbiamo sorseggiato un Sialis del 2009
che è un pinot grigio igt, uno Jakot del 2009, un Sauvignon del 2009 e un
Collio Ribolla Gialla del 2007. In seguito ci siamo fermati alla cantina “Casa
Caterina AZ. Agr.” (Lombardia) dove abbiamo assaggiato un Cuvè sessanta del
2007,un Demy style del 2001 che doveva essere un pinot nero, invece questo è
ciò che ne è venuto fuori poiché la fermentazione si è fermata prima del dovuto,
un Blanc de blanc che è un vino speciale del 2006 con tiraggio avvenuto il
13-5-2007 e la sboccatura l’11-11-2013 con una gradatura di 12,5° e un Pinot
nero. Ci siamo soffermati poi alla cantina “Cà de Noci Az. Agr.” (Emilia
Romagna) dove abbiamo degustato un Riserva dei
fratelli, spumante con una gradazione di 11,5° proveniente da una
vigna di quaranta anni, non molto aromatica, esso rimane per tre
anni a fermentare in bottiglia, dopodiché avviene la sboccatura e infine viene lavorato
a mano supercurato, senza aggiunta solforosa e una Nottediluna del 2012,
anch’esso con gradazione di 11,5°, un vino molto aromatico e molto più
rilassante prodotto da uve pregiatissime.
In seguito a
questo giro di degustazione dei bianchi siamo passati alla degustazione di due
champagne francesi della cantina “Champagne Tarlant”, ossia il Cuvee Louise e
il Tarlant Zero. Lo stile dello Champagne Tarlant è dovuto alla maturità
naturale, al suo essere seguito passo dopo passo e senza l’aggiunta di alcun
tipo di zucchero.
E dopo
questa cantina di Champagne siamo passati ai rossi ripassando dalla cantina “Cà
de Noci Az. Agr.” (Emilia Romagna) dove abbiamo sorseggiato un Sottobosco del
2012 e un Gheppio del 2009 molto fruttato e morbido con una gradazione di 12,5°.
Poi ci siamo fermati in un’altra cantina emiliana, la “Lusenti Az. Agr.”
(Emilia Romagna) dove abbiamo degustato La Picciona del 2008, l’Emiliana, un
Cresta al Sole del 2009 prodotto sui colli piacentini e un Tournesol molto
asciutto, un frizzante pulito. In un’altra cantina emiliana, la “Donati Camillo
Az. Agr.” (Emilia Romagna) abbiamo sorseggiato un Ovidio del 2010, un Fortana
del 2011, un Barbera del 2012 e un
Lambrusco prodotto senza chiarificazione né purificazione, un Lambrusco
perfetto. Finito il giro delle bollicine passiamo al giro dei rossi e rieccoci da “Marco Sara” (Friuli) dove abbiamo
degustato un Refosco del 2013, un Cabernet Franc del 2012 e uno Schioppettino
del 2012, un vino speziato molto fine, con note balsamiche.
Di nuovo da “Foradori” (Trentino) dove abbiamo
assaggiato un Foradori Teroldego del 2012, che ha fermentato in acciaio per quindici
mesi e poi è stato imbottigliato, uno Sgarzon Teroldego prodotto in una vigna in
una zona sabbiosa, un Morei Teroldego del 2012 che è stato tenuto per otto mesi
in delle anfore, e un Granato Teroldego del 2012 con una fermentazione
all’aperto e due anni nel legno. Dopodiché siamo tornati alla cantina
“Lamoresca di Rizzo Filippo” (Sicilia) dove abbiamo degustato un Nerello
mascalese con un 30% di Frappato, un Frappato in purezza, un misto di Granache
con Frappato e un 10 % di Nero D’Avola e un Lamoresca Rosso che è un uvaggio tra
Nero D’Avola e Frappato del 2012. Abbiamo provato poi presso la cantina “Musto
Carmelitano Az. Agr.” (Basilicata) un Maschitano rosso (Aglianico) del 2012 prodotto in
acciaio e bottiglia, un Serra del Prete (Aglianico) DOC prodotto in acciaio e cemento e un
Pian del Moro (Aglianico) DOC del 2010. In seguito siamo passati alla cantina “Il
Cancelliere Azienda Vitivinicola” (Campania) dove abbiamo sorseggiato un
Aglianico IGT del 2012 prodotto in solo acciaio, un Gioviana Irpinia DOC
Aglianico del 2009 dove si sentiva una nota
sulfurea e un Nero Né un Taurasi del 2008. E infine abbiamo terminato il nostro giro alla
cantina “Roagna Az. I Paglieri” (Piemonte) dove abbiamo degustato un Barolo
Vigna Rionda del 2008 con un gusto fresco e pieno d’eleganza, un Barbaresco
Asili del 2008 prodotto da vecchie viti con un bel colore chiaro molto buono e
un Barbaresco Paje del 2008 dove si sentivano rose e ciliegie, prodotto da
vecchie viti.
E’ stata
un’esperienza fantastica dove si son potuti degustare vini di ogni parte
d’Italia e alcuni prodotti provenienti dall'estero, che auguro a molti di provare,
soprattutto agli amanti del vino, poiché si trovano vini davvero eccellenti e
devo dire di averne bevuti parecchi di alta qualità. E come diceva Edoardo VII
“Il vino non si beve soltanto, si annusa, si osserva, si gusta, si sorseggia….e
se ne parla!”.
Antonella Marguglio
Nessun commento:
Posta un commento