domenica 10 giugno 2018

vini di casa

Negli ultimi tempi mi è capitato di bere alcuni vini fatti in casa, da amici o da loro parenti,  vi dirò ho fatto delle bellissime scoperte. 
Sabato scorso a cena a casa di Alberto e Chiara, ho assaggiato il vino fatto dal padre di Alberto, un bianco abruzzese, vendemmia 2017, imbottigliato con tappo a corona, un vino schietto, immediato, senza diplomazia, ma allo stesso tempo profumato, ossidato e di buona acidità e persistenza in bocca. Insomma un vino di un certo livello, sono ancora piacevolmente sconvolto dai suoi profumi e dal suo gusto caldo. Peccato non conoscere il vitigno che ha dato vita a questa meraviglia. La bottiglia in questione è stata poi accompagnata da piatti tipici della cucina abruzzese.
Altro vino di cui volevo parlare è quello del mio coinquilino Federico, un Aglianico della Lucania,ma non del Vulture. Un Aglianico 2015 prodotto dallo zio di Federico, imbottigliato questa volta con tappo di sughero, un vino veramente buono,con tutte le caratteristiche di un grande Aglianico: colore rosso rubino intenso, profumo vinoso con sfumature fruttate, in bocca caldo, asciutto e tannico.
Sono vini di casa certo, ma sono vini riusciti e ben fatti ed a questo punto mi chiedo: il vino etichettato che si compra al supermercato o in enoteca è l'unica soluzione o il vino del contadino che si vende sfuso può sopperire le necessità del consumatore medio?

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