domenica 5 aprile 2015

Vinitaly 2015

Come è ormai consuetudine, bere è sapere partecipa alla rassegna enologica in terra veronese.
Anche quest'anno sono due le giornate dedicate al Vinitaly.
Giornate piene, affollate ma affascinanti, cariche di assaggi e novità.
Solita partenza alle 7 per essere in loco ad un orario ottimale. Subito un saluto veloce al padiglione 6: Lis Neris con un grande Picol, sauvignon blanc friulano di ottima complessità, bilanciato ma con buona freschezza, si passa da Renato Keber, un Sauvignon 2007 memorabile.
Tappa dall'amico Sergio Bortolusso con assaggio di tutta la batteria presente, dai bianchi al buonissimo verduzzo. Si continua nel padiglione 6 passaggio veloce da Ronco dei Gelsi, anche qui da sottolineare il grandissimo Sauvignon e da Fernanda Cappello, ottimo pinot grigio con una bellissima mineralità. Conclusione Haderburg, famosi sono gli spumanti dell'azienda alto-atesina, ma da sottolineare il pinot nero (vinificato in rosso), vino estremamente elegante.
Si fugge verso il padiglione che ospita l'Irpinia, qui, avviene l'incredibile: Salvatore Mollettieri ed il suo Vigna 5 querce 2008, un Taurasi possente, che non trascura l'eleganza. Conoscevo già l'aglianico di Mollettieri, non avevo però assaggiato la sua riserva di Taurasi, di cui sono impaziente di assaggiare la nuova annata. Si continua in Irpinia, si passa da Macchie Santa Maria, azienda di Montemiletto, buon Taurasi, ma preferisco la "leggerezza" del loro aglianico 2012, un vino struggente, grande corpo, tannino ancora da smussare, persistenza omerica, Sulla scia dell'aglianico si prosegue verso il Cavalier Pepe, il quale prima ancora di presentarmi i suoi vini mi offre l'"aperitivo del Cavaliere" aglianico ed un infuso (segretissimo) di succo e foglie di amarene, Si passa alla falanghina spumantizzata, fresca, acida, con bolla spessa, ma tutto sommato piacevole. L'aglianico è il cavallo di battaglia, vino robusto, caldo, il tannino è molto elegante.
C'è tempo per l'ultimo assaggio, si la scelta cade su Montevetrano, il "Supercampanian", uvaggio di aglianico cabernet e merlot, sfortunatamente, non ho segnato l'annata, credo 2011. Naso complesso, speziato, molto speziato, passaggio in legno importante, in bocca è però molto elegante e rotondo.
Il giorno seguente si ricomincia, passaggio fugace nella zona del vivit, verticale di montepulciano di Emidio Pepe si arriva al 93, scusate ma non ci sono appunti a riguardo, il momento non lo permetteva, bisognava godersi il momento e basta. Saluta da A'vita e da Bonavita e subito via verso l'Umbria, si va da Palazzone. Campo del Guardiano Orvieto bianco, sempre su livelli altissimi, anche se mi sembrava un po' più esile rispetto alle annate precedenti. Si continua con Tudernum, cantina sociale di Todi, si termina con Fiorfiore, grechetto di grande complessità prodotto da Roccafiore. Passaggio in Toscana a salutare degli amici venuti da Roma per prendere parte alla manifestazione. Si procede con una panoramica di Brunello, da cui emerge il solito Capanna -sarò di parte ma è una delle mie cantine preferite. Visto il Brunello, si decide di concludere con un altro mostro sacro: il Barolo. In fretta e tutta furia assaggi fugaci da Icardi, ottima anche la barbera, da Vajra e da Elio Grasso, da quest'ultimo vi è la seconda folgorazione sulla via del vino: Runcot 2008.
Un altro vinitaly è andato, la sua musica ha finito (cit. gucciniana). Si attende con impazienza il prossimo, sperando sia prodigo come quello appena conclusosi

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi